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G. Fanello Marcucci, C. Marazzini, G. Di Leo e N. Maraschio
Il presidente Claudio Marazzini con Claudia Arletti e Mario Calabresi
Da sinistra: Benedetti, Givone, Benintende, Maraschio, Ravenni, Lavia
XII Convegno ASLI

esodato*


giornalismo
2012 r.
Prima attestazione: 
1976

Definizione: lavoratore che, vicino al pensionamento, ha concluso un accordo di uscita dal mondo del lavoro in cambio di un incentivo e/o di un sostegno economico fino al raggiungimento della pensione.

La parola esodato nasce come burocratismo di ambito politico-sindacale e giudiziario e viene ripresa e diffusa dai mass media a partire dalle ultime settimane del 2011, in seguito alle contingenze economiche e politico-sociali del periodo.

Il sostantivo esodato deriva da esodo, parola dalle origini ben più antiche: è, infatti, attestata in italiano fin dalla prima metà del XIV secolo dove compare come voce dotta, continuazione del latino ecclesiastico EXŎDUS, a sua volta derivante dal greco ÉXODOS (composto di EX- ‘fuori’ e HODÓS ‘strada’). Esodo entra in latino e poi in italiano con il significato di ‘uscita del popolo ebraico dall’Egitto’ e ‘libro dell’Antico Testamento in cui si narra questa storia’. In greco indicava originariamente ‘l’uscita di scena del coro a conclusione della tragedia’ e, come tecnicismo letterario, rimane ancora oggi a indicare l’ultima parte della tragedia greca. Nell’uso comune, in tempi più recenti, la parola esodo ha subito un’estensione di significato passando a denotare genericamente ‘partenza/allontanamento in massa di persone o cose da uno stesso luogo’ e dunque: ‘emigrazione’ (esodo giuliano-dalmata); ‘partenza di persone in gran numero dovuta a circostanze particolari’ (esodo estivo, pasquale; esodo dalle campagne, dalle città), con attestazioni sia giornalistiche che letterarie e successiva formazione dell’antonimo controesodo; ‘trasferimento di somme di denaro all’estero’ (esodo di capitali).

La parola esodo, però, ha anche un’accezione specifica, settoriale, non registrata dai dizionari dell’uso. Nell’ambito del diritto del lavoro viene, infatti, usata col significato di ‘fuoriuscita dal mondo del lavoro (da un’azienda/un ente) di una certa quantità/categoria di lavoratori’. In questa accezione il termine esodo è stabilmente attestato fin dalla metà del Novecento in testi normativi (leggi e decreti) e, più recentemente, in testi di dottrina giuridica (articoli di riviste specializzate) o anche in articoli giornalistici su temi inerenti al mondo del lavoro. In questa tipologia di testi, la parola esodo compare spesso modificata da aggettivi come incentivato, agevolato, spontaneo, anticipato, mentre le persone interessate da provvedimenti di esodo sono designate – con perifrasi eufemistiche di stampo fortemente burocratico – come dipendenti/lavoratori (e simili) collocati a riposo o in quiescenza.

Esodato con funzione di participio/aggettivo, nasce nel linguaggio di lavoratori e sindacalisti come sostituto sintetico di “collocato a riposo o in quiescenza” ed è attestato in testi giudiziari (sentenze, ordinanze) e amministrativi, anche non recenti, che riprendono quest’uso. Da un punto di vista formale la parola è un derivato di esodo con aggiunta del suffisso participiale –ato.

Nel corpus sottoposto a spoglio, la prima attestazione della parola compare in un’ordinanza emessa dal TAR del Friuli-Venezia Giulia il 3 luglio 1976 (n. 670). Oggetto dell’ordinanza è la legittimità costituzionale di un decreto del Presidente della Repubblica (d.P.R. n. 748, art. 67, ultimo comma, del 30/6/1972) "nella parte in cui impone ai dirigenti esodati il divieto di assumere o conservare incarichi universitari". Questa ordinanza è poi richiamata e citata nella sentenza della Corte costituzionale (n. 218 del 16/12/1982) in cui si delibera sulla questione. Qui esodato compare sia in forma di participio/aggettivo (modificatore del nome) sia in funzione di sostantivo, con vigolette distanziatrici e senza.

La presenza di esodato nell’universo linguistico di sindacati e lavoratori è testimoniata da alcune lettere ai quotidiani che risalgono al 2000-2001, a un periodo in cui il termine non aveva ancora invaso le cronache giornalistiche.

Il burocratismo esodato, in effetti, era già stato segnalato - ed esecrato in quanto “obbrobrio linguistico” - da Giulio Nascimbeni, in un articolo apparso sul Corriere della sera il 25 settembre 1992 (E la burocrazia creò gli esodati). La parola, però, diventa attuale ed entra prepotetemente nella lingua d’uso, quando viene rilanciata dai mass media, in seguito agli avvenimenti politico-economici del 2011-2012.

In particolare, i cambiamenti normativi introdotti dalla riforma del sistema pensionistico (del 4 dicembre 2011) hanno avuto pesanti ripercussioni su quella categoria di ex lavoratori che,avendo concluso accordi di uscita dal mondo del lavoro prima del 4 dicembre 2011, si sono ritrovati in una condizione di sospensione: senza stipendio, perché fuori dal mercato del lavoro; senza pensione, perché privi dei nuovi requisiti anagrafici o contributivi per accedervi; senza garanzia di sostegni economici, per mancanza di copertura finanziaria. Da qui l’attuale vitalità del termine e dei suoi composti creati successivamente secondo gli stilemi tipici della lingua giornalistica: questione esodati, decreto esodati, fondo salva esodati.

Attestazioni

  • la Repubblica (22/11/2001, sez. Palermo, p. 8): "Io sono da tre anni un esodato della ex Sicilcassa (poi Banco di Sicilia) e in accompagnamento alla pensione per altri 4 anni. [...] Per quanto riguarda la fortuna in arrivo, essa va riferita ai dipendenti in esubero che avranno la possibilità di trovarsi nella condizione, uguale alla mia, di esodato, con l'invidiabile privilegio di percepire una indennità di accompagnamento pari al settanta per cento dell'ultimo stipendio e con i contributi versati all'Inps fino al raggiungimento del periodo in cui si diventa pensionati a tutti gli effetti, con l' obbligo, però, di non lavorare."
  • Repubblica.it (6/11/2012; Economia e finanza): "Legge stabilità, stop a emendamento su esodati / Commissione Bilancio Camera: È inammissibile"
  • Il Sole 24 Ore (25/10 2012): "Tassa di solidarietà «sui redditi alti e fondo salva esodati», no di Confindustria"
  • Corriere della sera (22/10/2012; Economia): "ESODATI- A margine del Convegno di Assolombarda, il ministro Fornero ha parlato anche di esodati, affermando che quelli che sono stati «salvaguardati» dal Governo «avranno sicuramente la pensione secondo i vecchi requisiti». Il ministro lo dice per precisare le parole presidente dell'Inps Mastrapasqua che aveva invece garantito che tutti gli esodati avranno una pensione".

Attestazioni lessicografiche

TRECCANI

[a cura di Maria Cristina Torchia]

 

La parola è stata inserita nel Nuovo Soggettario della Biblioteca Nazionale centrale di Firenze.

7 novembre 2012

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