Italiano digitale. La rivista della Crusca in Rete (2018/3, luglio-settembre)
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Direttore responsabile: Claudio Marazzini
Direttore tecnico: Marco Biffi
Comitato scientifico: Claudio Marazzini, Aldo Menichetti, Giovanna Frosini, Paolo D'Achille, Giuseppe Patota, Marco Biffi
Comitato di redazione: Simona Cresti, Lucia Francalanci, Angela Frati, Vera Gheno, Stefania Iannizzotto, Ludovica Maconi, Matilde Paoli, Raffaella Setti, Cristina Torchia
Illustrazioni: Barbara Fanini
Periodicità: trimestrale
ISSN: 2532-9006
Editore: Accademia della Crusca, via di Castello 46 - 50141- Firenze
Editoriale del direttore
Le risposte della consulenza proposte in questo numero sono 15. Alcune ci costringono a riflettere su cambiamenti a volte impercettibili che toccano costumi, abitudini ed esigenze della nostra società: la necessità di un nome per indicare una ricorrenza mensile (compimese, complimese, complemese, mesiversario), per specificare un particolare rapporto come quello di migliore amico (che nel lessico giovanile si affianca, con diversa sfumatura, ad amico del cuore), per designare uno stato, come quello del genitore single (gengle), sempre più diffuso. Dopo la diffusione di premier a cavallo del millennio, Vittorio Coletti richiama a un uso più attento, non solo alla lingua ma anche alla Costituzione, e consiglia fortemente l’uso di Presidente del Consiglio, in particolar modo nei testi formali. E trovano spazio anche le locuzioni, come costare l’iradiddio o calzare a pennello. Nel trimestre dei mondiali di calcio non poteva poi mancare una risposta sul genere di VAR, resa necessaria da un’incertezza su cui si discute dall’agosto 2017 (all’inizio del primo campionato in cui fu introdotto il nuovo sistema di ausilio agli arbitri in campo) e su cui probabilmente non si finirà mai di discutere – come per la formazione che avrebbe vinto la partita – nonostante il parere dei linguisti. Non sono state inserite nella rivista le due risposte pubblicate sul sito ma già uscite su “La Crusca per voi”; una modalità di riproposizione a cui si ricorre per quei temi trattati nel semestrale che registrano un rinnovato interesse e che possono così essere rilanciati a un largo pubblico (in questo caso l’uso di papera ‘errore’ e il valore dell’aggettivo umanitario).